2 Commenti
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Avatar di Nina Grenzwert

Grazie, Elena.

Rispetto al concetto di morte riferito a AI, mi viene in mente questo aneddoto che ho letto da qualche parte: una persona si sarebbe costruita un partner artificiale con cui discutere e passare del tempo, un’intelligenza allenata a manifestare (simulare?) una personalità e interessi che la rendano la compagnia ideale per questa persona. La persona però si sarebbe trovata davanti al problema della limitatezza della finestra di contesto. Cioè a ogni nuova sessione doveva ripetere il training per ricreare quella personalità così amata. In un certo senso il partner ogni volta „muore“.

Ha senso? È possibile? Credo che ci debbano essere possibilità computazionali per salvare dei setting di base. Comunque mi sembra un paradosso interessante per indagare le implicazioni della disconnessione tra intelligenza e corpo.

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Avatar di Elena Tosato

È un ottimo spunto. Metempsicosi e reminiscenze, il Platone che è in me si sta scatenando 😂 Mi riprometto di lavorarci sopra, qualcosa di buono secondo me può saltar fuori. Grazie!

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